• Ven. Mar 29th, 2024

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Erice (Monte San Giuliano fino al 1934, Èrici o U Munti in siciliano) è un comune italiano di 27 874 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.

Nel centro cittadino che è posto sulla vetta dell’omonimo Monte Erice, sono residenti solo 1024 abitanti(popolazione che si decuplica nel periodo estivo), mentre la maggior parte della popolazione si concentra a valle, nell’abitato di Casa Santa, contiguo alla città di Trapani. Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle. Dal 1167 al 1934 ebbe il nome di Monte San Giuliano.Secondo Tucidide Erice fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo Tucidide, i Troiani unitisi alla popolazione autoctona avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Fu contesa dai Siracusani e Cartaginesi sino alla conquista da parte dei Romani nel 244 a.C.

Virgilio la cita nell’Eneide, con Enea che la tocca due volte: la prima per la morte del padre Anchise, un anno dopo per i giochi in suo onore. Virgilio nel canto V racconta che in un’epoca ancora più remota vi campeggia Ercole stesso nella famosa lotta col gigante Erix o Eryx, precisamente nel luogo dove poi si sfidarono al cesto il giovane e presuntuoso Darete e l’anziano Entello. In antico, insieme a Segesta, che parrebbe di fondazione coeva, era la città più importante degli Elimi, in particolare era il centro in cui si celebravano i riti religiosi.

Durante la prima guerra punica, il generale cartaginese Amilcare Barca ne dispose la fortificazione, e di qui difese Lilibeo. In seguito trasferì parte degli ericini per la fondazione di Drepanon, l’odierna Trapani. Per i Romani fu un centro di rilievo, dove vi veneravano la “Venere Erycina”, la prima dea della mitologia romana a somiglianza della greca Afrodite. Diodoro Siculo narra l’arrivo di Liparo, figlio di Ausonio, alle Isole Eolie, aggiungendo che i Sicani «abitavano le alte vette dei monti e adoravano Venere Ericina». Scarse, o quasi nulle, sono le notizie della città e del santuario nel periodo bizantino, restando comunque economicamente attiva.

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